Un nuovo mercato per le opere d’arte

 

Premessa

Gli artisti che vogliono trasformare la loro attività in professione devono innanzitutto avere buone idee, cercando di essere originali e innovativi. Devono anche cercare di sviluppare il loro talento dedicando molto tempo allo studio e alla pratica quotidiana.
Tutto questo purtroppo non basta, oltretutto il mecenatismo ai giorni nostri appare un po’ in disuso. Se escludiamo lodevoli eccezioni, sono passati i tempi in cui ricchi personaggi investivano grandi cifre di denaro per amore dell’arte o per aumentare il proprio prestigio. Oggi il percorso per rendere l’arte remunerativa segue prevalentemente altre strade.
Se i lavori rimangono in un angolo dello studio o in un cassetto, resteranno coperti agli occhi del mondo e, pur avendo un grande valore per l’autore, difficilmente potranno avere un valore di mercato. E’ quindi necessario adoperarsi affinché le opere d’arte siano visibili ad un pubblico che sia più vasto possibile.
Prima di capire come si sta aprendo un nuovo mercato è opportuno conoscere quali sono i canali di diffusione tradizionali.

Il mercato tradizionale

I collezionisti si rivolgono oggi principalmente alle gallerie (diciamo “oggi” perché il mondo cambia costantemente).
Le gallerie sono classificabili per budget, capacità di influenzare i collezionisti, per copertura territoriale, esiste a questo proposito una sorta di gerarchia, anche nell’ambito delle singole classificazioni esistono comportamenti diversi in base alle scelte strategiche di ciascuna.
Premesso che esiste un mercato per artisti conosciuti e uno per artisti emergenti, le gallerie possono operare esclusivamente in ciascun mercato ma molto più spesso tendono a creare un ambiente ibrido nella speranza di attrarre i clienti esponendo opere importanti per poi lanciare autori minori sui quali, se prendono piede, è possibile creare nuovi margini di profitto.
Ma vediamo innanzitutto come è possibile classificare le gallerie cercando di capire come operano e in che contesto. A questo proposito ci torna utile il lavoro di Donald Thompson che nel suo libro Lo squalo da 12 milioni di dollari classifica le gallerie nel seguente modo.

Gallerie di Brand – Si tratta di gallerie che dispongono di grosse risorse finanziarie, sono presenti nelle principali capitali mondiali e hanno quindi una spiccata collocazione internazionale, possono contare su contatti di alto livello come critici e direttori di musei importanti, sono in grado di indirizzare i grandi collezionisti e possono influenzare la formazione dei prezzi. Avendo disponibilità economica possono investire nella comunicazione e nel marketing.

Gallerie Tradizionali – Si pongono su un gradino più basso per quanto riguarda la disponibilità economica e hanno un collocazione più locale ma svolgono un ruolo rilevante nella ricerca e selezione di artisti emergenti che mettono a disposizione le opere prevalentemente in conto vendita. Rappresentano un rampa di lancio per artisti che non essendo ancora conosciuti hanno però dimostrato di avere talento. Si trovano, per avere maggiore visibilità, prevalentemente nelle città più grandi ma non solo sfruttando la possibilità di vendere attraverso fiere, aste e online.

Gallerie Commerciali – Seguono gli artisti che non sono ancora sotto l’ala delle Gallerie Tradizionali.

Cooperative di Artisti e Gallerie Negozio –  Sono generalmente spazi con costi condivisi o affittati che accolgono gli artisti che non hanno ancora trovato una collocazione nelle altre gallerie. Generalmente hanno limitata visibilità sui canali di comunicazione.

Questa è una breve sintesi sul mondo delle gallerie. Per maggiori approfondimenti potete consultare le seguenti risorse:

https://www.ibs.it/squalo-da-12-milioni-di-libro-donald-thompson/e/9788804673873

https://www.collezionedatiffany.com/il-mondo-delle-gallerie-arte/

Il nuovo mercato

Appare evidente oggi che la maggior parte delle opere d’arte prodotte si diffondono attraverso i canali tradizionali, tuttavia le nuove tecnologie informatiche tendono a  diffondersi nel mondo dell’arte così come succede nella nostra vita quotidiana, i più tradizionalisti tra di noi non devono lasciarsi impaurire da questo, basta saper lasciare ai tecnici e agli specialisti la parte che ci sembra più complicata (loro per altro e per nostra fortuna in questa parte ci sguazzano molto abilmente) mentre noi cerchiamo di trarre vantaggio dagli aspetti che possono migliorare il nostro lavoro e la nostra vita. Alla fine ciò che inizialmente ci sembra così poco naturale finisce per entrare nelle nostre abitudini senza che ce ne accorgiamo.
Così è stato per internet, per l’email per i social, tutti strumenti che i canali di diffusione tradizionale stanno utilizzando sempre più. La cosa interessante delle tecnologie è che a mano a mano che entrano nel nostro quotidiano, tendono ad essere sempre più a disposizione di tutti. Per capirci, proviamo a immaginarci un artista del 1800 che avesse deciso di pubblicizzare i propri lavori, avrebbe dovuto contattare una tipografia per stampare dei manifesti, farli affiggere sui muri della città con costi che solo pochi avrebbero potuto sostenere. Oggi non è così costoso pubblicare su internet o sui social e per questo motivo quasi tutti possono provare a “mettersi in mostra”. Qualcuno farà notare che così la concorrenza aumenta ma forse dobbiamo chiederci se vogliamo competere sul piano economico o su quello del talento.

Se abbiamo realizzato che la tecnologia può aiutarci allora cerchiamo di sfruttarla al meglio.

Immaginiamo di aver completato la nostra opera d’arte, può essere un dipinto sul cavalletto, una scultura, un’opera digitale conservata  sul nostro PC. Il quadro e la scultura li abbiamo in mano e sono al sicuro, diversamente dobbiamo prestare attenzione. In questa fase, se abbiamo realizzato l’opera sul PC creando per esempio un dipinto digitale o una scultura con un programma 3D, dobbiamo fare in modo che solo noi abbiamo accesso al file o alla cartella che contiene il nostro lavoro. Solo quando potremo dimostrare che il lavoro è nostro potremo renderlo visibile al pubblico.
Consideriamo adesso un aspetto molto importante: un potenziale cliente, in particolare un collezionista, è disposto a riconoscere un valore superiore per un’opera ben documentata. Quindi e importante creare/completare tutta la documentazione che accompagnerà la nostra opera e che metteremo sul mercato.
Pensiamo ora alla possibile documentazione per un’opera fisica sia fisica o digitale come immagine dell’opera ed eventuali dettagli, descrizione dell’opera, filmati di presentazione e altro. Decideremo di volta in volta e a seconda dei casi quale produrre. Immaginiamo adesso di racchiudere tutta la documentazione dentro ad una cartella archiviata su PC o altrove e generiamo l’hash della cartella, un codice che viene calcolato sul contenuto della cartella stessa e che consente di verificare che il contenuto sia quello originale. Successivamente metteremo la nostra cartella contenente tutta la documentazione a disposizione del pubblico ma non prima di aver fatto un altro importante passaggio.

Dobbiamo andare da un notaio molto speciale che, a un costo molto basso, pochi centesimi di euro, redigerà e conserverà per sempre una nostra dichiarazione datata nella quale indichiamo dove è possibile reperire la cartella con tutta la documentazione completa della nostra opera d’arte e, per garantire che solo quella cartella contiene la nostra documentazione originale, nella nostra dichiarazione avremo indicato anche l’hash della cartella.
Dopo essere stati dal notaio speciale, attenzione, solo dopo, andremo a pubblicare la cartella e il relativo hash, per esempio, su un sito web.
A questo punto chiunque potrà vedere copia dell’opera e la relativa documentazione, ma nessuno potrà rivendicarne la paternità, la proprietà o i diritti di sfruttamento se non il legittimo autore che potrà contare sulla convalida del nostro notaio molto speciale.
Quando l’autore deciderà di mettere in vendita l’opera e i diritti d’autore che intendere cedere, farà registrare il passaggio al notaio speciale e così faranno i successivi proprietari quando decideranno di rivenderla a loro volta. Questo processo assume, come vedremo, una particolare importanza per le opere digitali per le quali è possibile produrre copie identiche all’originale senza possibilità di distinguere l’una dall’altra.
Presso il notaio speciale resterà per sempre registrata la nostra dichiarazione e, sempre con un costo molto basso, la lista di tutti i passaggi di proprietà con le relative date. Per altro, questo si realizza con un sistema che può garantire la privacy dei proprietari che si susseguono. Altro aspetto interessante è che tutte le operazioni fatte davanti al notaio speciale ci prenderanno solo pochi minuti di tempo.

Se siete interessati a sapere chi è questo notaio speciale consultate, se non lo avete già fatto, la sezione del “sigillo digitale”.

A questo punto abbiamo la possibilità di mettere sul mercato un’opera dettagliatamente documentata e certificata e che sarà meticolosamente tracciata in tutti i passaggi di proprietà. Dal punto di vista di un acquirente questo rappresenta un grande valore e l’acquirente stesso, soprattutto se è un collezionista, sarà disposto a riconoscere il giusto prezzo che, per un autore ancora poco conosciuto, dovrà coprire al minimo i costi in termini di tempo e materiali per realizzare l’opera. E’ risaputa la difficoltà degli autori non noti a farsi riconoscere almeno questi oneri.
Va osservato che, fino ad oggi, questa opportunità era riservata ad un nucleo ristretto di artisti noti e relativi clienti che potendo vendere o trasferire le opere con costi alti di certificazione e registrazione effettuate con modalità tradizionali. Questi costi infatti, pur essendo molto alti, sono normalmente solo una piccola parte del valore di opere che quotano diverse migliaia di euro e più. Per questo motivo, fino ad oggi, quando si parla di mercato dell’arte o di investimento in opere d’arte si fa riferimento quasi esclusivamente a questo mondo.

Oggi si apre un nuovo mercato. Accessibile a tutti gli artisti sconosciuti che vogliono fare il salto di visibilità. Non diciamo di qualità perché ci sono artisti sconosciuti capaci di produrre opere di alto livello ed è un vero peccato che rimangano nell’ombra. Parliamo anche di un mercato al quale possono accedere piccoli collezionisti che, senza spendere cifre che sarebbero fuori dalla loro portata, hanno la possibilità di acquistare opere di artisti tanto sconosciuti quanto talentuosi sapendo che un’opera acquistata ad un prezzo contenuto potrebbe trasformarsi in un’opera di grande valore economico. Quando questo succede avere un’opera ben documentata e certificata è estremamente importante, anche nell’ottica di poterla rivendere realizzando eventualmente un valore da poter reinvestire andando a caccia di nuovi talenti. Se ci pensate bene è lo stesso meccanismo di chi investe nelle startup, pensate a coloro che hanno investito nelle azioni Microsoft quando era una società sconosciuta, oggi si ritrovano miliardari.

Un’attenzione particolare va riservata alle opere che per loro natura vengono prodotte in forma digitale, come dipinti realizzaticon appositi software o sculture realizzate con programmi di modellazione 3D. In questi casi il rischio di furto della proprietà o di copia illegale sono estremamente alti. La creazione del “sigillo digitale” rappresenta un sicurezza da questo punto di vista. Anche per le opere che si presentano con una forma fisica esiste il rischio che, con l’aumentare della quotazione, possano cominciare a circolare copie false, se all’opera viene associato il “sigillo digitale” questo rischio viene completamente a cadere, per la gioia soprattutto di chi l’acquista che è sicuro di comprare l’originale.

E’ importante segnalare che stiamo assistendo alla proliferazione di marketplace che consentono di mettere in vendita, con visibilità a livello mondiale e con commissioni decisamente contenute, le opere d’arte corredate da “sigillo digitale” realizzato, come andremo a spiegare, seguendo specifici standard.

Se sei un artista o un collezionista che crede in questo nuovo mercato, ArtworkSeal ti aiuta a capire, nelle sezioni dedicate, come funziona il “sigillo digitale“.